The Irishman, o del gangster-movie con il pannolone

Considerato che l’ultimo film importante di Scorsese risale a quasi trent’anni fa (Gangs e Departed no, sono opere secondarie) e che De Niro pare Steve Carrell a Marween o peggio Robin Williams a Ms. Doubtfire (e chiaramente Pippo Baudo da vecchio), che Joe Pesci ha una testa di cartapesta e non ho fatto altro che immaginare McCounaghey Bale o altri 40enni odierni che avrebbero spaccato nella parte dei protagonisti, che i dialoghi sono parecchio dispersivi e la regia mi gioco il TFR l’hanno fatta al 90 per cento i dodicimila aiuto registi erano sul set a muovere la sedia di Martin, che poteva durare 100 ore come mezza – nulla sarebbe cambiato – e che si basa su un libro a dir poco controverso, che non tenta alcun discorso sulla memoria come gli ultimi Tarantino o Lynch, solo sulla vecchiaia e la morte che presto seppellirà De Niro, Pesci, Pacino, Scorsese e Coppola e che – mannaggia – dopo di loro non ci saranno più i grandi film americani sulla mafia, beh The Irishman non è niente male e quasi quasi ho anche voglia di rivederlo. Il trailer.

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