Interessante prodotto del nuovo cinema femminista anti-patriarcato di genere, in questo caso non horror ma neo-noir, ambientato nella provincia schifosa violenta e sudata del New Mexico e nel mondo underground del body building, in questo caso femminile.
Una scrittura che mi è parsa di buon livello, tanto nella definizione dei caratteri, non necessariamente alternativi rispetto ai tipi consueti del genere (il padre-padrone, JJ il cognato violento, la sorella sottomessa e felice etc) quanto nell’evoluzione del plot, che essenzialmente è una storia d’amore lesbo, zeppa di sensualità e dipendenza, con una co-protagonista (Jackie, la straniera arrivata in paese chissà da dove e con quali segreti, creatura misteriosa al di là dei generi sessuali) potente, perfetta, che cattura la scena e lo sguardo, che stravolge le coordinate del nostro desiderio.
Mi sembra davvero l’elemento perturbante e decisivo nella riuscita di un film che, mi sento di riconoscerlo, nonostante racconti mondi e personaggi di nessun appeal per il mio gusto, si lascia vedere e con un ritmo notevole si diverte ad esagerare, a sfondare i limiti del realismo con debordanti trovate – quindi non un capolavoro, ci mancherebbe, ma un film dell’oggi assai più riuscito di Titane o degli horror della Fargeat, troppo teorici e politici, con poco interesse a concedere allo spettatore emozioni di alcun tipo.
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